16 Mar Art. 128 — Termine per la richiesta di procedimento
Quando la punibilità di un reato dipende dalla richiesta dell’Autorità [ 8–11, 313 ], la richiesta [ c.p.p. 342 ] non può essere più proposta, decorsi tre mesi dal giorno in cui l’Autorità ha avuto notizia del fatto che costituisce il reato.
Quando la punibilità di un reato commesso all’estero dipende dalla presenza del colpevole nel territorio dello Stato [ 4 ], la richiesta non può essere più proposta, decorsi tre anni dal giorno in cui il colpevole si trova nel territorio dello Stato.
[adrotate group=”10″]
Aggiornato al 1 gennaio 2020Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.[adrotate group=”12″]
Massime correlate
Cass. pen. n. 3375/2003
In tema di richiesta di procedimento, il termine di tre mesi dalla notizia del fatto, previsto dall’art. 128, primo comma, c.p. per la proposizione della richiesta di procedimento, non è applicabile ai reati per la cui punibilità è necessaria la presenza del colpevole nel territorio dello Stato; per questi reati, invece, è applicabile il secondo comma della stessa norma, che prevede il distinto ed autonomo termine, completamente sganciato dalla notizia del fatto, di tre anni a decorrere dall’inizio di detta presenza.
Cass. pen. n. 3624/1995
In tema di istanza di punizione per delitto in danno di un cittadino, commesso all’estero da persona, che successivamente si accerta essere straniera e non cittadina italiana, essendo la parte offesa — o chi per essa — interessata a proporre l’istanza solo dal momento in cui venga a conoscenza che l’imputato sia straniero, nel caso in cui il reato abbia, con la frode, determinato una apparente situazione di cittadinanza italiana, il termine di cui agli artt. 128 comma 2 e 130 c.p. decorre dalla data in cui il soggetto interessato sia venuto a conoscenza che, in realtà, trattasi di uno straniero.
In tema di richiesta di procedimento, mentre il primo comma dell’art. 128 c.p. fa decorrere il termine trimestrale di decadenza, per l’inoltro della richiesta di procedimento, dalla «notizia del fatto che costituisce reato», il diverso termine, di cui al secondo comma, decorre dal «giorno in cui il colpevole si trova nel territorio dello Stato», senza, dunque, alcun riferimento alla notitia criminis. Trattasi di scelta legislativa insindacabile, in quanto ispirata a criteri di ragionevolezza, stante la ben maggiore durata del termine di cui al secondo comma, rispetto a quella stabilita, invece, dal primo comma dell’art. 128 c.p.
Cass. pen. n. 4144/1993
In tema di perseguibilità di reati commessi all’estero, i due diversi e distinti termini stabiliti dall’art. 128 c.p. per la richiesta di procedimento (ed applicabili anche per la proposizione della «istanza», atteso il rinvio contenuto nell’art. 130 c.p.) non si sovrappongono poiché distinte e differenziate sono le ipotesi contemplate. Il primo comma di tale articolo, infatti, regola, in genere, il termine della richiesta per un reato che la preveda per la «punibilità» — secondo l’espressione della legge — (tre mesi dal momento in cui il Ministro della giustizia ha avuto notizia del reato). Il secondo comma, invece, regola la specifica ipotesi del reato commesso all’estero che prevede per la sua «punibilità» la richiesta entro tre anni dal giorno in cui il colpevole si trova nel territorio dello Stato; termine, questo, non collegato alla conoscenza della notitia criminis.
Cass. pen. n. 9093/1990
Il termine di tre mesi «dalla notizia del fatto», previsto dall’art. 128, primo comma, c.p., per la richiesta di procedimento, non è riferibile ai casi in cui trattandosi di reati commessi all’estero, sia necessaria anche la presenza del colpevole nel territorio dello Stato. In tale ipotesi il termine per proporre la richiesta è di tre anni dal giorno della presenza del reo nel territorio italiano, pure quando la notizia del reato sia pervenuta all’autorità da oltre tre mesi.
Cass. pen. n. 1253/1982
Il termine di tre mesi entro cui il Ministro di grazia e giustizia può chiedere la punizione dei reati perseguibili a sua richiesta decorre dal momento in cui il Ministro ha avuto notizia del reato.
[adrotate group=”11″]