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Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21192 del 17 maggio 2013

Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21192 del 17 maggio 2013

Testo massima n. 1

Integra la condotta tipica del delitto di induzione indebita prevista dall’art. 319 quater c.p., così come introdotto dall’art. 1, comma 75 della l. n. 190 del 2012, la coazione psicologica, non ricollegabile ad una minaccia, né esplicita né implicita, che derivi dal timore di un ritardo nell’emanazione di un atto discrezionale collegato ad un abuso della qualità di pubblico ufficiale consistente, in particolare, nella deviazione delle regole di correttezza proprie dell’esercizio della pubblica funzione.

Testo massima n. 1

L’azione tipica della concussione, fattispecie appartenente alla categoria dei reati propri esclusivi o di mano propria del pubblico agente, può essere posta in essere anche dal concorrente privo della qualifica soggettiva, a condizione che costui, in accordo con il titolare della posizione pubblica, tenga una condotta che contribuisca a creare nel soggetto passivo quello stato di costrizione o di soggezione funzionale ad un atto di disposizione patrimoniale, purchè la vittima sia consapevole che l’utilità sia richiesta e voluta dal pubblico ufficiale.[ Nella specie, la Corte ha annullato una sentenza di condanna per concussione di un sindaco, svolgente attività professionale di progettista, cui un imprenditore si era rivolto, su consiglio di un proprio consulente di fiducia, affidandogli un incarico professionale per cercare, in tal modo, di ottenere lo sblocco di una pratica edilizia, sul presupposto che non vi fossero elementi a conferma dell’accordo fra il consulente ed il pubblico ufficiale ].

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