14 Mag Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29816 del 15 giugno 2017
Testo massima n. 1
La circostanza aggravante prevista dall’art.7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito nella legge 12 luglio 1991, n. 203, sotto il profilo dell’agevolazione dell’attività di un’associazione di tipo mafioso, in quanto incentrata su una particolare motivazione a delinquere e sulla specifica direzione finalistica del dolo e della condotta a favorire il sodalizio, ha natura soggettiva, con la conseguenza che ad essa, nel caso di concorso di persone nel reato, è applicabile la disciplina dell’art. 118 cod. pen., che circoscrive la valutazione delle aggravanti concernenti i motivi a delinquere e l’intensità del dolo al solo partecipe cui esse si riferiscono. [ In motivazione la Corte ha evidenziato che, nel caso di uso del cd. metodo mafioso, invece, l’aggravante presenta carattere oggettivo, derivando dalle modalità di realizzazione dell’azione criminosa, ed opera nei confronti di tutti i concorrenti ].
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