14 Mag Cassazione civile Sez. VI-3 ordinanza n. 8169 del 3 aprile 2018
Testo massima n. 1
Ai fini dell’applicabilità della “soluti retentio” prevista dall’art. 2035 c.c. la nozione di buon costume non si identifica soltanto con le prestazioni contrarie alle regole della morale sessuale o della decenza, ma comprende anche quelle contrastanti con i principi e le esigenze etiche costituenti la morale sociale in un determinato ambiente e in un certo momento storico; pertanto, chi abbia versato una somma di denaro per l’ottenimento di un posto di lavoro [ nella specie, presso un istituto bancario ], a prescindere dall’esito della trattativa immorale, non è ammesso a ripetere la prestazione, perché tale finalità, certamente contraria a norme imperative, è da ritenere anche contraria al buon costume.
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