14 Mag Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8038 del 2 settembre 1997
Testo massima n. 1
Non esiste incompatibilità logico-giuridica tra due sentenze, emesse nei confronti dello stesso imputato per fatti diversi commessi in tempi diversi, delle quali una lo ritenga incapace e l’altra, viceversa, capace di intendere e di volere [ ovvero di capacità grandemente scemata ], e ciò in quanto l’infermità mentale può non costituire uno stato permanente dell’individuo e l’accertamento delle condizioni mentali, ai fini dell’imputabilità, deve essere effettuato in relazione al momento in cui viene commesso il reato. [ In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto corretta la decisione di secondo grado che aveva ritenuto la capacità di intendere e di volere dell’imputato sulla base della perizia effettuata nel giudizio di primo grado, rigettando la richiesta di rinnovazione dell’accertamento peritale basata sulle opposte conclusioni cui erano pervenute altre sentenze precedenti e successive ].
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