14 Mag Cassazione civile Sez. Lavoro sentenza n. 4291 del 24 marzo 2001
Testo massima n. 1
Nelle controversie soggette al rito del lavoro, il principio secondo il quale la proposizione dell’appello si perfeziona, ai sensi dell’art. 435 c.p.c., con il deposito del ricorso, nei termini previsti dalla legge, nella cancelleria del giudice ad quem tale deposito impedendo ogni decadenza dall’impugnazione — con la conseguenza che qualsiasi eventuale vizio o inesistenza, giuridica o di fatto, della notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza di discussione non si comunica all’impugnazione, ma impone al giudice che rilevi il vizio di indicarlo all’appellante ex art. 421 c.p.c. e di assegnare allo stesso, previa fissazione di un’altra udienza di discussione, un termine, necessariamente perentorio, per provvedere a notificare il ricorso, unitamente al decreto presidenziale di fissazione della nuova udienza — deve ritenersi applicabile anche al procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, attesane l’identità di ratio rispetto alle sopraindicate disposizioni di legge, e nonostante detto procedimento debba considerarsi un ordinario giudizio di cognizione, anziché un mezzo d’impugnazione.
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