16 Mar Art. 256 — Procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato
Chiunque si procura notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato [ 268 ] o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete è punito con la reclusione da tre a dieci anni.
Agli effetti delle disposizioni di questo titolo, fra le notizie che debbono rimanere segrete nell’interesse politico dello Stato sono comprese quelle contenute in atti del Governo, da esso non pubblicati per ragioni d’ordine politico, interno o internazionale.
Se si tratta di notizie di cui l’autorità competente ha vietato la divulgazione, la pena è della reclusione da due a otto anni.
Si applica la pena dell’ergastolo se il fatto ha compromesso la preparazione o l’efficienza bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari [ 259–262 ].
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Aggiornato al 1 gennaio 2020Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.[adrotate group=”12″]
Massime correlate
Cass. pen. n. 23036/2009
Non integra il delitto di rivelazione di notizie di cui sia stata vietata la divulgazione la condotta che abbia ad oggetto notizie riservate, così definite dalle amministrazioni pubbliche interessate, estranee agli interessi che giustificano il segreto di Stato o la cui diffusione non abbia idoneità offensiva rispetto a detti interessi. (La Corte ha riconosciuto la correttezza delle valutazioni compiute dal giudice di merito che aveva sottoposto a verifica la riservatezza di un documento letto nel corso di una intervista televisiva, giungendo ad escludere che lo stesso potesse essere riportato alle categorie tutelate dalla norma incriminatrice, in quanto non concernente interessi pubblici ed avente ad oggetto notizie già rivelate all’autorità giudiziaria e versate agli atti di un procedimento penale conclusosi con sentenza definitiva).
Cass. pen. n. 11160/1996
Il reato di cui all’art. 256 c.p. (procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato), può essere commesso anche da chi sia già detentore della documentazione sottoposta a segreto, quando tale detenzione, originariamente legittima in virtù dell’incarico di cui era investito il soggetto attivo, sia divenuta illegittima per avere quest’ultimo volontariamente omesso di consegnare la documentazione medesima a chi gli era subentrato in detto incarico.
Cass. pen. n. 8018/1985
Per la sussistenza del delitto di cui all’art. 256 c.p. le notizie debbono concernere la sicurezza o altro interesse politico, interno o internazionale dello Stato, onde non ogni notizia, la cui divulgazione sia vietata dall’autorità competente può venire in considerazione ai fini dell’ipotesi delittuosa, ma solo quella vietata al fine anzidetto. (Fattispecie di sussistenza di reato relativa al cifrario facente parte del codice per comunicazioni radiotelegrafiche I.O.R. 5, classificato «segretissimo» dal Comando generale della guardia di finanza, perché predisposto per la lotta al contrabbando e per la trasmissione via radio di messaggi concernenti i compiti istituzionali del corpo). Il concetto di «segreto», in senso giuridico, comporta una relazione materiale o personale ed indica il limite posto, da una volontà giuridicamente competente, alla conoscibilità di un fatto, di un atto o di una cosa, destinata a rimanere occulta ad ogni persona diversa da quelle che legittimamente conoscano il fatto, l’atto o la cosa, mentre il concetto di notizie «riservate» implica quello di notizie di cui l’autorità competente ha vietato la divulgazione; esse, ancorché non segrete, ma conoscibili soltanto in un determinato luogo o entro una determinata cerchia di persone, costituiscono pur sempre notizie per le quali lo Stato non ha rinunziato alla potestà di circoscrivere la pubblicità al minimo inevitabile. (Fattispecie relativa al reato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Oggetto della tutela penale del delitto di cui all’art. 256 c.p. (procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato) è l’interesse relativo alla personalità internazionale o interna dello Stato, in quanto è opportuno evitare che notizie riservate o segrete, concernenti la sicurezza o altro interesse politico, interno o internazionale dello Stato, vengano a cognizione di persone non autorizzate, di tal che il bene giuridico protetto viene leso quando l’azione è causalmente adeguata a produrre la lesione di quel bene.
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