Avvocato.it

Articolo 348 Codice di procedura civile — Improcedibilità dell’appello

Articolo 348 Codice di procedura civile — Improcedibilità dell’appello

L’appello è dichiarato improcedibile, anche d’ufficio, se l’appellante non si costituisce in termini.

Se l’appellante non compare alla prima udienza, benché si sia anteriormente costituito, il collegio, con ordinanza non impugnabile, rinvia la causa ad una prossima udienza, della quale il cancellierecomunicazione all’appellante. Se anche alla nuova udienza l’appellante non compare, l’appello è dichiarato improcedibile anche d’ufficio.

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

[adrotate group=”14″]

Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
[adrotate group=”16″]

Massime correlate

Cass. civ. n. 24312/2017

Ove il giudice d’appello abbia dichiarato d’ufficio l’improcedibilità del gravame per tardiva costituzione dell’appellante, senza sottoporre preventivamente alle parti detta questione, non sussiste alcuna nullità della sentenza per violazione del diritto di difesa, trattandosi di decisione fondata su questione di diritto, in relazione alla quale le parti hanno la facoltà “ex ante” di esercitare ampiamente il contraddittorio; e ciò vieppiù ove si consideri che si tratta di questione processuale, in relazione alla quale l’ordinamento prevede un ampio spettro di controllo, sino alla possibilità che l’eventuale “error in procedendo” sia oggetto di ricorso per cassazione ex art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c., nel qual caso la corte di legittimità diviene giudice del fatto processuale.

[adrotate group=”16″]

Cass. civ. n. 8512/2017

In tema di appello, la diserzione bilaterale delle parti ad un’udienza cui segua la comparizione delle stesse a quella successiva, anche al solo fine di rendere dichiarazione di adesione all’astensione collettiva deliberata dagli organismi forensi, non comporta la dichiarazione di improcedibilità del gravame ex art. 348 c.p.c., poiché la comparizione alla seconda udienza manifesta l’intento di interrompere il meccanismo di cui alla detta disposizione normativa.

[adrotate group=”16″]

Cass. civ. n. 3527/2017

La costituzione in giudizio dell’appellante con il deposito della copia dell’atto di citazione in luogo dell’originale determina l’improcedibilità del gravame, ai sensi dell’art. 348, comma 1, c.p.c., ove la velina non contenga alcuna indicazione sull’avvenuta notifica, né la stessa possa trarsi dall’atto prodotto dall’appellato, e l’appellante abbia depositato l’originale dell’atto di citazione notificato oltre l’udienza di comparizione, senza richiedere la rimessione in termini, atteso che, in detta situazione, il giudice, all’udienza ex art. 350 c.p.c., è nell’impossibilità di verificare la tempestiva costituzione in causa dell’appellante.

[adrotate group=”16″]

Cass. civ. n. 6861/2014

È valida la costituzione in giudizio dell’appellante effettuata mediante deposito in cancelleria della nota di iscrizione a ruolo e del proprio fascicolo, contenente la copia e non l’originale dell’atto d’impugnazione notificato alla controparte, a condizione che si provveda poi alla produzione dell’originale stesso, trattandosi di mera irregolarità, che non arreca alcuna lesione sostanziale ai diritti di difesa della parte convenuta, ed esula dalle ipotesi di mancata tempestiva costituzione dell’appellante, tassativamente previste dall’art. 348 cod. proc. civ. quali cause di improcedibilità.

[adrotate group=”16″]

[adrotate group=”15″]

Se la soluzione non è qui, contattaci

Non esitare, siamo a tua disposizione

Email

Esponi il tuo caso allegando, se del caso, anche dei documenti

Telefono

Una rapida connessione con gli avvocati del nostro team

Chat

On line ora! Al passo con i tempi per soddisfare le tue esigenze