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Articolo 250 Codice di procedura civile — Intimazione ai testimoni

Articolo 250 Codice di procedura civile — Intimazione ai testimoni

L’ufficiale giudiziario, su richiesta della parte interessata, intima ai testimoni ammessi dal giudice istruttore [ 202, 245 c.p.c. ] di comparire nel luogo, nel giorno e nell’ora fissati, indicando il giudice che assume la prova e la causa nella quale debbono essere sentiti [ 103, 104 disp. att. ].

L’intimazione di cui al primo comma, se non è eseguita in mani proprie del destinatario o mediante servizio postale, è effettuata in busta chiusa e sigillata.

L’intimazione al testimone ammesso su richiesta delle parti private a comparire in udienza può essere effettuata dal difensore attraverso l’invio di copia dell’atto mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o a posta elettronica certificata o a mezzo telefax.

Il difensore che ha spedito l’atto da notificare con lettera raccomandata deposita nella cancelleria del giudice copia dell’atto inviato, attestandone la conformità all’originale, e l’avviso di ricevimento.

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

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Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
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Massime correlate

Cass. civ. n. 7477/1997

Non incorre in alcuna decadenza la parte che intima un teste a comparire (art. 250 c.p.c.) in un termine inferiore ai tre giorni previsti dall’art. 103 att. c.p.c.

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Cass. civ. n. 3759/1993

La mancata intimazione ai testi non comporta decadenza dalla prova testimoniale ove l’omissione di tale adempimento — necessario, appunto, per evitare la decadenza predetta (oltre che per l’adozione, nei confronti dei testi non comparsi, dei provvedimenti di cui all’art. 255, primo comma, c.p.c.) — sia stata priva di rilievo per essersi i testimoni indicati presentati spontaneamente al giudice, nell’udienza fissata per rendere la loro deposizione.

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Cass. civ. n. 5265/1982

Ai fini dell’assolvimento dell’obbligo imposto alla parte dagli artt. 250 c.p.c. e 104 disp. att. dello stesso codice, non è sufficiente l’inoltro all’ufficiale giudiziario della richiesta di citazione dei testi, occorrendo invece che tale atto sia corredato dai dati necessari a che l’ingiunzione raggiunga il teste. Conseguentemente è ascrivibile alla parte la mancata intimazione derivante dall’incompletezza degli indirizzi forniti all’ufficiale giudiziario ovvero dalla loro non corrispondenza a quelli reali.

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