Avvocato.it

Art. 1113 — Intervento nella divisione e opposizione

Art. 1113 — Intervento nella divisione e opposizione

I creditori e gli aventi causa da un partecipante possono intervenire nella divisione a proprie spese, ma non possono impugnare la divisione già eseguita, a meno che abbiano notificato un’opposizione anteriormente alla divisione stessa e salvo sempre ad essi l’esperimento dell’azione revocatoria o dell’azione surrogatoria.

Nella divisione che ha per oggetto beni immobili, l’opposizione, per l’effetto indicato dal comma precedente, deve essere trascritta prima della trascrizione dell’atto di divisione e, se si tratta di divisione giudiziale, prima della trascrizione della relativa domanda.

Devono essere chiamati a intervenire, perché la divisione abbia effetto nei loro confronti, i creditori iscritti e coloro che hanno acquistato diritti sull’immobile in virtù di atti soggetti a trascrizione e trascritti prima della trascrizione dell’atto di divisione o della trascrizione della domanda di divisione giudiziale.

Nessuna ragione di prelevamento in natura per crediti nascenti dalla comunione può opporsi contro le persone indicate dal comma precedente, eccetto le ragioni di prelevamento nascenti da titolo anteriore alla comunione medesima, ovvero da collazione [ 737 ].

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

[adrotate group=”6″]

Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
[adrotate group=”8″]

Massime correlate

Cass. civ. n. 19529/2012

In tema di scioglimento della comunione, i creditori iscritti e gli aventi causa da un partecipante, pur avendo diritto ad intervenire nella divisione, ai sensi dell’art. 1113, primo comma, c.c., non sono parti in tale giudizio, al quale devono partecipare soltanto i titolari del rapporto di comunione, potendo i creditori iscritti e gli aventi causa intervenire in esso, al fine di vigilare sul corretto svolgimento del procedimento divisionale, ovvero proporre opposizione alla divisione non ancora eseguita a seguito di giudizio cui non abbiano partecipato, senza avere alcun potere dispositivo, in quanto non condividenti; ne consegue che la mancata evocazione dei creditori iscritti e degli aventi causa nel giudizio di scioglimento comporta che la divisione non abbia effetto nei loro confronti, come è espressamente previsto dall’art. 1113, terzo comma, c.c.

[adrotate group=”8″]

Cass. civ. n. 27412/2005

Qualora con la domanda di divisione si chieda lo scioglimento della comunione non ereditaria avente ad oggetto la contitolarità della nuda proprietà, l’usufruttuario pro quota dell’immobile non è parte necessaria del giudizio, atteso che l’usufrutto e la nuda proprietà, costituendo diritti reali diversi, danno luogo — ove spettino a più persone — a un concorso di iura in re aliena sul medesimo bene e non anche ad una comunione in senso proprio, configurabile in presenza della contitolarità del medesimo diritto reale (1100 c.c.) ed alla quale è correlato il giudizio di divisione, che è volto alla trasformazione del diritto ad una quota ideale (della proprietà o di altro diritto reale limitato) su beni individuali; né, d’altra parte, l’art. 784 c.c. prefigura la sussistenza di un litisconsorzio necessario nei confronti dell’usufruttuario pro quota, atteso che, nel giudizio di divisione, l’usufruttuario stesso, il quale abbia acquistato il diritto in base a un negozio trascritto in data anteriore alla trascrizione della domanda di divisione, può essere chiamato in giudizio, ai sensi dell’art. 1113, comma terzo, c.c. in relazione all’art. 106 c.p.c., perché la sentenza abbia effetto nei suoi confronti.

[adrotate group=”8″]

Cass. pen. n. 7/2000

In tema di sequestro preventivo, la verifica delle condizioni di legittimità della misura cautelare da parte del tribunale del riesame o della corte di cassazione non può tradursi in anticipata decisione della questione di merito concernente la responsabilità della persona sottoposta ad indagini in ordine al reato oggetto di investigazione, ma deve limitarsi al controllo di compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, rimanendo preclusa ogni valutazione riguardo alla sussistenza degli indizi di colpevolezza ed alla gravità degli stessi.

[adrotate group=”8″]

Cass. pen. n. 3247/1995

La parte offesa, che ai sensi dell’art. 408, comma 2, c.p.p. abbia espressamente dichiarato di voler essere informata della richiesta di archiviazione da parte del P.M., è titolare di un vero e proprio diritto di intervento nel relativo procedimento di archiviazione, trattandosi di situazione analoga a quella prevista dall’art. 410 c.p.p., che riconosce il diritto della parte offesa di proporre opposizione. Ne consegue che, qualora la parte offesa non sia stata informata, il relativo decreto di archiviazione del Gip, pronunciato de plano senza alcun avviso alla parte offesa, deve essere annullato per violazione del principio del contraddittorio, in quanto l’art. 409, comma 2, c.p.p. dispone che il procedimento si svolga nelle forme previste dall’art. 27 c.p.p. con obbligo di avviso alla parte offesa.

[adrotate group=”8″]

Cass. civ. n. 7485/1991

Il creditore ipotecario chiamato nel giudizio di divisione a norma dell’art. 1113, terzo comma, c.c. assume la posizione di litisconsorte soltanto con l’effettivo intervento, per effetto del quale la divisione è efficace nei suoi confronti. Non ricorre pertanto la necessità d’integrazione del contraddittorio nel giudizio di appello nei confronti del creditore ipotecario che, ritualmente chiamato nel giudizio di primo grado, non vi sia intervenuto volontariamente.

[adrotate group=”8″]

Cass. civ. n. 2889/1973

Per il disposto dell’art. 1113, secondo comma, c.c., l’efficacia dell’opposizione del creditore, ai fini dell’impugnativa della divisione immobiliare di cui sia parte il debitore, è condizionata alla trascrizione dell’atto di opposizione anteriormente alla trascrizione della divisione. La trascrizione si pone quindi come una condizione di ammissibilità della domanda del creditore che deve ex officio essere rilevata dal giudice senza la necessità di un’eccezione di parte.

[adrotate group=”8″]

[adrotate group=”7″]

Se la soluzione non è qui, contattaci

Non esitare, siamo a tua disposizione

Email

Esponi il tuo caso allegando, se del caso, anche dei documenti

Telefono

Una rapida connessione con gli avvocati del nostro team

Chat

On line ora! Al passo con i tempi per soddisfare le tue esigenze