14 Mag Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44006 del 25 settembre 2017
Testo massima n. 1
Il diritto del difensore dell’indagato di ascoltare le registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate non comporta il diritto di accedere al “server” della Procura nella cui memoria sono conservate le tracce audio originali, in quanto tale accesso non è previsto dall’art. 268, comma 6, cod. proc. pen. e l’ascolto delle tracce originali può essere garantito attraverso opportuni sistemi tecnici, quale la duplicazione, eseguibile anche “in remoto” dalla polizia giudiziaria, dei file estratti dai supporti informatici su cui vengono riprodotte tali tracce; da ciò consegue che il mancato accesso al server dell’ufficio inquirente, ovvero agli originali dei file audio, non determina una condizione di inutilizzabilità patologica delle intercettazioni.
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