14 Mag Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23043 del 11 maggio 2017
Testo massima n. 1
In tema di evasione, la recisione del braccialetto elettronico da parte dell’indagato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari non integra la circostanza aggravante dell’effrazione, prevista dall’art. 385, comma secondo, cod. pen., che consiste nell’alterazione violenta degli strumenti appositamente, o anche contingentemente, destinati alla ritenzione e custodia del detenuto, mentre il braccialetto elettronico serve solo a controllare continuamente la presenza dell’indagato entro il perimetro in cui gli è consentito muoversi.
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