14 Mag Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16285 del 26 aprile 2010
Testo massima n. 1
Ai fini della sussistenza dell’ipotesi criminosa del delitto di omicidio preterintenzionale [ art. 584 c.p. ], è sufficiente che l’agente abbia posto in essere atti diretti a percuotere o ledere una persona e che esista un rapporto di causa ed effetto tra i predetti atti e l’evento morte, mentre proprio l’azione violenta [ che può essere costituita anche da una spinta ] – estrinsecandosi in un’energia fisica, più o meno rilevante, esercitata direttamente nei confronti della persona – ove consapevole e volontaria, è rivelatrice della sussistenza del dolo di percosse e di lesioni, per cui quando da essa derivi la morte, dà luogo a responsabilità a titolo di omicidio preterintenzionale. *
Articoli correlati
[adrotate group=”13″]