14 Mag Cassazione civile Sez. VI-3 ordinanza n. 22862 del 9 novembre 2016
Testo massima n. 1
Il calcolo del cd. danno biologico differenziale deve avvenire sottraendo dal credito risarcitorio l’importo dell’indennizzo versato alla vittima dall’INAIL per il medesimo pregiudizio e, qualora tale indennizzo sia costituito “ex lege” da una rendita, va sottratto l’importo capitalizzato della rendita stessa, tenendo conto delle variazioni che quest’ultima può subire in relazione alle condizioni di salute dell’infortunato, ove intervengano prima che il diritto al risarcimento del danno diventi “quesito”; peraltro, se il danneggiato deduca in appello che, per effetto di una guarigione parziale, si sia ridotto il valore dell’indennizzo e sia di conseguenza aumentato il risarcimento dovutogli a titolo di danno differenziale, ha l’onere di dedurre e dimostrare che tale guarigione, a causa della non coincidenza tra le tabelle usate dall’INAIL e quelle utilizzate in ambito civilistico per la stima dell’invalidità permanente, abbia ridotto solo la misura dell’indennizzo dovuto dall’assicuratore sociale, ma non abbia inciso sul danno biologico e sul relativo credito risarcitorio,che è, altrimenti, da presumersi invariato.
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Testo massima n. 2
Il provvedimento camerale di revoca dell’amministratore del condominio ha efficacia, ex art. 741 c.p.c., dalla data dell’inutile spirare del termine per il reclamo avverso di esso, sì che gli atti compiuti dall’amministratore anteriormente al momento in cui tale revoca diviene efficace non sono viziati da alcuna automatica invalidità, continuando a produrre effetti e ad essere giuridicamente vincolanti nei confronti del condominio.
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