14 Mag Cassazione civile Sez. II sentenza n. 12242 del 6 giugno 2011
Testo massima n. 1
L’erede, continuando la personalità del “de cuius”, diviene parte del contratto concluso dallo stesso, per cui egli resta vincolato al contenuto del contratto medesimo, ancorché questo non sia stato trascritto. Pertanto, l’opponibilità dell’acquisto di un immobile nei confronti dell’erede del venditore si sottrae, oltre che alle regole dell’art. 2704 c.c. in tema di certezza della data della scrittura privata, anche alle disposizioni dell’art. 2644 c.c., circa gli effetti della trascrizione nel rapporto con l’altro acquirente del bene, per cui la trascrizione dell’acquisto “mortis causa” operato dall’erede, ai sensi dell’art. 2648 c.c., prima della trascrizione dell’atto di disposizione compiuto in vita dal “de cuius”, vale soltanto agli effetti della continuità delle trascrizioni. Conseguentemente, l’erede non può eccepire l’anteriorità della trascrizione del suo acquisto, al fine di rendere a lui inopponibile l’atto di disposizione a favore dei terzi compiuto, in vita, dal “de cuius”.
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Testo massima n. 2
La norma dettata dall’art. 2663 c.c. – per la quale la trascrizione deve essere fatta presso ciascun ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione sono situati i beni – ha natura imperativa, con la conseguenza che la competenza territoriale da essa fissata deve essere qualificata come assoluta ed inderogabile; pertanto, l’atto compiuto in violazione della stessa deve essere considerato radicalmente nullo e privo di qualsiasi effetto.
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