14 Mag Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13096 del 11 aprile 2005
Testo massima n. 1
L’annullamento in sede di legittimità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, implicando l’esclusione della validità dell’accordo nei termini in cui le parti lo avevano raggiunto e il giudice lo aveva recepito nella sentenza emessa ex articolo 444 del c.p.p., comporta il venir meno della possibilità per il giudice di merito [ cui gli atti vengono trasmessi a seguito di annullamento ] di definire nuovamente con sentenza il procedimento sulla base di quel medesimo accordo, che non può più considerarsi giuridicamente esistente, non essendosi validamente perfezionata la procedura di legge a seguito dei vizi riscontrati dal giudice di legittimità. Infatti, tale annullamento è pronunciato «senza rinvio» e con semplice trasmissione degli atti al giudice a quo per l’ulteriore corso, potendosi verificare, in quella sede, o che l’accordo venga riproposto in termini diversi [ per cui il giudice valuterà nuovamente se recepirlo o no ], oppure che non venga riproposto, nel qual caso il procedimento dovrà proseguire con il rito ordinario. [ Da queste premesse, la Corte ha annullato, senza rinvio, la sentenza del giudice di merito che, chiamato nuovamente a pronunciarsi a seguito di precedente annullamento senza rinvio da parte della Corte di cassazione di sentenza di «patteggiamento», aveva erroneamente inteso detto annullamento come pronunciato «con rinvio», ritenendo di potere e dovere semplicemente rivalutare la primigenia richiesta di applicazione di pena ].
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