14 Mag Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 10090 del 18 maggio 2015
Testo massima n. 1
In tema di responsabilità disciplinare dell’avvocato, il dovere di probità, dignità e decoro, sancito dall’art. 6 del codice deontologico forense, ha riscontro nell’art. 88 cod. proc. civ., che non solo sancisce il dovere delle parti e dei difensori di comportarsi in giudizio con lealtà e probità, ma impone al giudice, ove il patrocinatore lo infranga, di riferirne all’autorità disciplinare. [ Nella specie, applicando l’enunciato principio, la S.C. ha respinto il ricorso avverso la condanna disciplinare inflitta ad un avvocato che aveva notificato atti di precetto per somme già incassate dall’assistito ].
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