14 Mag Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2708 del 23 gennaio 2006
Testo massima n. 1
Integra il reato di uso di cose che recano impronte falsificate [ art. 469 c.p. ], la condotta di colui che utilizza numerosi lingotti solo apparentemente d’oro ed in realtà di metallo, recanti un’impronta contraffatta indicante falsamente la provenienza da una ditta autorizzata alla produzione, lavorazione e commercializzazione di metalli preziosi, in quanto per impronta di pubblica autenticazione o certificazione si intende non solo quella proveniente da un ente pubblico, ma anche quella imposta dalla legge su determinati beni al fine di garantire al fruitore la autenticità della provenienza e della correlativa certificazione, ed infatti con riguardo ai metalli preziosi i punzoni recanti i rispettivi titoli sono sottoposti ad una rigorosa regolamentazione che riguarda sia i soggetti legittimati a farne uso sia le caratteristiche strutturali di tali strumenti, assolvendo al fine di garanzia.
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