14 Mag Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40823 del 20 ottobre 2004
Testo massima n. 1
Allorché, nelle more tra la pronuncia della sentenza di condanna oggetto di ricorso per cassazione e la trattazione di quest’ultimo, sia intervenuta una modificazione legislativa che abbia condotto alla parziale abolizione del reato al quale la condanna si riferisce, al fine di stabilire se gli elementi richiesti dalla legge sopravvenuta per la persistente configurabilità del fatto come reato abbiano costituito oggetto di accertamento giudiziale, la Corte di cassazione deve fare riferimento alla decisione impugnata, provvedendo, in caso di esito positivo della verifica, a definire il giudizio e, in caso negativo, ad annullare senza rinvio la decisione medesima, secondo la regola dell’art. 129 c.p.p. che impone l’obbligo di immediata declaratoria delle cause di non punibilità, prevalente anche sull’ipotesi di un’opposta conclusione cui dovessero condurre accertamenti ulteriori esperibili dal giudice di merito in caso di annullamento con rinvio.
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Testo massima n. 2
La nuova formulazione delle norme che prevedono i delitti di false comunicazioni sociali [ artt. 2621 e 2622 c.c. ] e di bancarotta fraudolenta impropria «da reato societario» [ art. 223, comma 2 n. 1, R.D. n. 267 del 1942 ], operata, rispettivamente, dagli artt. 1 e 4 D.L.vo n. 61 del 2002, non ha comportato l’abolizione totale dei reati precedentemente contemplati, ma ha determinato una successione di leggi con effetto parzialmente abrogativo in relazione a quei fatti, commessi prima dell’entrata in vigore delle modifiche legislative, che non siano riconducibili alle nuove fattispecie criminose.
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