14 Mag Cassazione civile Sez. Lavoro sentenza n. 24271 del 28 ottobre 2013
Testo massima n. 1
La morte del procuratore, a mezzo del quale la parte è costituita in giudizio, determina automaticamente l’interruzione del processo, anche se il giudice e le altri parti non ne hanno avuto conoscenza, con preclusione di ogni ulteriore attività processuale che, se compiuta, è causa di nullità degli atti successivi e della sentenza. Ne consegue che, nel processo del lavoro, se l’evento interviene dopo il deposito in cancelleria del ricorso in appello, ma antecedentemente al decreto di fissazione dell’udienza di discussione ex art. 435 c.p.c., e sebbene si tratti di una fase dinamica del processo, scandita da adempimenti assoggettati a preclusioni, la notifica di ricorso e decreto al difensore deceduto dell’appellato non è idonea all’instaurazione di un regolare contraddittorio, risultando altrimenti vulnerato il diritto di difesa dell’appellato, essendo impossibile l’adempimento del dovere di informazione gravante sul procuratore, ai fini della valutazione dell’opportunità di costituirsi in giudizio proponendo, eventualmente, un’impugnazione incidentale.
Articoli correlati
[adrotate group=”17″]