14 Mag Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10431 del 17 novembre 1997
Testo massima n. 1
In tema di elemento soggettivo del reato, il crescente livello della volontà dolosa va dal dolo eventuale, caratterizzato dalla sola accettazione del rischio dell’evento, al dolo diretto, che sussiste nel caso in cui l’evento è accettato perché altamente probabile o certo, al dolo intenzionale che si ha quando l’evento è perseguito come scopo finale: pertanto, si è in presenza di dolo eventuale quando l’agente, ponendo in essere una condotta diretta ad altri scopi, si rappresenta la concreta possibilità del verificarsi di ulteriori conseguenze della propria condotta, e ciò nonostante agisca accettando il rischio di cagionarle; mentre si ha il dolo diretto quando si entra nel campo della probabilità, specie se la realizzazione del fatto si presenti all’agente come altamente probabile, talché il medesimo non si limita ad accettare il rischio dell’evento, ma, accettando l’evento, lo vuole.
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Testo massima n. 1
In tema di reati concernenti le armi, deve escludersi la configurabilità del delitto di porto di arma in luogo pubblico o aperto al pubblico, di cui agli artt. 12 e 14 L. 14 ottobre 1974, n. 497, nonché della contravvenzione di porto di arma in luoghi privati diversi dalla dimora dell’agente e dalle sue appartenenze, di cui all’art. 699 c.p., allorquando il fatto si verifica sul pianerottolo esterno, antistante l’ingresso dell’abitazione, di cui ci si deve necessariamente servire, anche mediante scalini, per entrare ed uscire di casa; ed invero trattasi di struttura che deve considerarsi pertinenza dell’abitazione, vale a dire struttura posta al servizio dell’edificio principale, secondo il regime dell’art. 817 del c.c.
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