Cassazione penale Sez. Unite sentenza n. 248 del 12 gennaio 1993

14 Mag Cassazione penale Sez. Unite sentenza n. 248 del 12 gennaio 1993

Testo massima n. 1

Ai fini dell’applicazione dell’art. 734 c.p. è demandato sempre al giudice penale l’accertamento della sussistenza della distruzione o alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell’autorità, indipendentemente da ogni valutazione della pubblica amministrazione, della quale — se intervenuta — il giudice dovrà — con adeguata motivazione — tenere conto. [ La Cassazione ha evidenziato che l’eventuale autorizzazione amministrativa non esclude la sussistenza della violazione delle bellezze naturali, ma può assumere semmai rilevanza in materia di valutazione dell’elemento psicologico o della gravità del reato, spettando unicamente al giudice penale l’accertamento del verificarsi dell’evento concretante la contravvenzione ].

Testo massima n. 1

Configurando la contravvenzione di cui all’art. 734 c.p. un reato di danno e non di pericolo [ o di danno presunto ], essendo richiesto per la sua punibilità che si verifichi in concreto la distruzione o l’alterazione delle bellezze protette, rientra nell’esclusivo potere del giudice accertare se in concreto l’opera eseguita abbia distrutto, alterato, deturpato od occultato le bellezze naturali soggette al vincolo paesaggistico, indipendentemente dalla concessione o dell’autorizzazione o del nulla-osta amministrativo.

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