14 Mag Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10674 del 24 novembre 1997
Testo massima n. 1
Il conquin, derivato dal più antico “ramino”, si bilancia tra abilità – esperienza, capacità, intuito, tempestività delle decisioni da parte del giocatore – ed alea. Tuttavia è quest’ultima ad assumere un ruolo prevalente, sia pure minimo, poiché la vincita dipende in definitiva dalle carte prelevate nel c.d. “pozzo” o “pozzetto”; tale carattere è, poi, particolarmente evidente quando – come nella specie – le poste siano elevate [ quattro milioni ]: è pur vero che la rilevanza delle medesime costituisce una circostanza aggravante, ma tale elemento – ove esistente – esclude, in punto di fatto, che il gioco possa essere considerato non d’azzardo, poiché rivela in modo indiscutibile la presenza dell’altro elemento di questo tipo di gioco [ oltre la menzionata alea ] e, cioè, il fine di lucro.
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