14 Mag Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10278 del 23 maggio 2006
Testo massima n. 1
Ai fini dell’applicazione dell’art. 431, comma 1, lett. b ], c.p.p. [ ai sensi del quale, in deroga al principio dell’oralità cui è ispirata la disciplina del processo penale, è consentito l’inserimento nel fascicolo per il dibattimento degli atti irripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria ], il concetto di irripetibilità deve ritenersi coincidente con quello di impossibilità materiale e ontologica di rinnovare nel giudizio il medesimo atto compiuto nella fase delle indagini preliminari, come si verifica, ad esempio, con riguardo ad atti quali le perquisizioni, i sequestri, le intercettazioni di comunicazioni, le rilevazioni urgenti in luoghi ovvero su cose o persone. Ne deriva che non possono qualificarsi come atti irripetibili le «informative» o le «relazioni di servizio» della polizia giudiziaria, qualora esse riflettano una mera attività di constatazione e osservazione, ovvero documentino semplicemente le circostanze di tempo e di luogo in cui è stata acquisita la notizia di reato, dovendosi in tali ipotesi ritenere possibile la rinnovazione descrittiva del contenuto degli atti anzidetti, da parte dei verbalizzanti, nel contraddittorio delle parti.
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