20 Ott Lodo Alfano: le motivazioni della Consulta
La Corte Costituzionale ha pubblicato le motivazioni della sentenza con la quale ha dichiarato l’incostituzionalità del cd. Lodo Alfano evidenziando la violazione del principio di uguaglianza dello «scudo» per le quattro alte cariche dello Stato. L’articolo 1 della legge n. 124 del 2008 è stato dichiarato illegittimo costituzionalmente per violazione degli articoli 3 e 138 della Carta Costituzionale.
La Corte argormenta il diniego affermando che «non è configurabile una preminenza» del presidente del Consiglio rispetto ai ministri «perchè egli non è il solo titolare della funzione di indirizzo del Governo, ma si limita a mantenerne l’unità, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri, e ricopre perciò una posizione tradizionalmente definità di primus inter pares» e non già di «primus super pares» come definito dalla difesa del premier.
Aggiunge la Corte che «anche la disciplina costituzionale dei reati ministeriali conferma che il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri sono sullo stesso piano», principio che trova applicazione per i presidenti delle Camere ed i parlamentari tanto che nella sentenza si legge «non è configurabile una significativa preminenza dei Presidenti delle Camere sugli altri componenti, perché tutti i parlamentari – spiegano – partecipano all’esercizio della funzione legislativa come rappresentanti della Nazione e, in quanto tali, sono soggetti alla disciplina uniforme dell’art. 68 Costituzione».