La ceramica tutela l’ambiente
Si è aperto il 20 settembre 2011 il Cersaie – salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredo bagno – che fino al 24 settembre 2001 sarà protagonista con la 29 edizione nel quartiere fieristico di Bologna.
Un evento importante per il settore che si presenta all’appuntamento di quest’anno forte per la recente approvazione da parte della UE della norma antidumping e, sopratutto, con prodotti di alto livello per estetica e performanceZZZ> a cui si aggiunge il valore della tutela dell’ambiente.
Si espongono piastrelle che sembrano legno per le quali – tuttavia – non è stato abbattuto alcun albero, ceramiche che si confondono con pregiati marmi, ma per le quali non si è scavata alcuna cava; prodotti industriali ad impatto zero che riduno al minimo le immissioni in atmosfera in tandem con cicli produttivi improntati al recupero di ogni caloria e scarto di lavorazione.
Il tema dell’ambiente sostenibile permea i padiglioni della fiera ed è senza ombra di dubbio il filo conduttore di questo evento.
Passeggiando fra gli stand si ha la chiara percezione che il tema dell’ambiente è visto dalle imprese della ceramica emiliano-romagnolo come un’esigenza di mercato che contempla : l’emission trading, lo scambio di quote inquinanti con certificati verdi, la formazione e la ricerca.
Le imprese non hanno tralasciato neppure il valore aggiunto generato dalle certificazioni tanto che l’ecodistretto vanta un interessante realtà: 21 aziende certificate ISO 14001, 12 siti produttivi con il bollino Emas, 29 i marchi commerciali Ecolabel, 38 le aziende aderenti a Gbe Italia, il Green Building council che rilascia le nuove cerificazioni energetico-ambientali degli edifici Leed [Leadership in energy and environmental design] di matrice americana.
Si ha chiramente il sentore che la sostenibilità ambientale è diventata la leva strtegica per la competizione delle nostre imprese all’estero in abbinamento ai valori del design italiano e della qualità dei nostri prodotti. Le ceramiche esposte sono il chiaro frutto di una filiera produttiva che investe il 10% del proprio fatturato annuo per realizzare prodotti composti al 50% di materie prime riciclate, senza pregiudizio alcuno alle prestazioni ed all’estetica, che a fine vita non rilasciano alcun tipo di sostanza tossica tanto da poter essere smaltite come materiale inerte.
Infine, a testimoniare la crescente sensibilità al tema della ecosostenibilità della manifestazione fieristica fanno da eco il nutrito programma di worshop, convegni e tavole rotonde sul quali vale la pena di far convergere la nostra attenzione.